Contro la ragione
“Il lago è bellissimo. Quest’isoletta è bellissima. Tutto è stupendo. Grazie. Davvero. Perché la gente ha paura di dire grazie? Io non so più come dirti G R A Z I E!”
“Prego Vale”
“No ma davvero. C’è un’aria bellissima. Si sta bene. Sto bene. È forse uno dei compleanni più belli che abbia mai passato anche perché, insomma, non è che ho un repertorio di giornate memorabili. Una volta il giorno del mio compleanno ho scoperto di avere i pidocchi e mi hanno rasata a zero. Capisci. Per una bambina… mmm non il massimo.
Una volta mi hanno portata in ospedale di corsa per l’appendicite, che mi hanno tolto il giorno dopo.
Un anno un ascesso e di nuovo di corsa al pronto soccorso.
Un anno ho perso le finali di istituto, proprio il giorno del mio compleanno.
L’anno scorso mi sa che mi sono mezza slogata la caviglia.
Sì, ecco. Che sfiga il mio compleanno”
“Beh mi fa piacere. Ci aspettano solo 100 km di autostrada per tornare a casa che ora affronterò con una serenità mai vista prima. Per non parlare del battello del ritorno. Sei pronta a fare come Jack e Rose?”
“Ahahahahah cretino! Oggi non è il giorno del mio compleanno a tutti gli effetti quindi credo che la maledizione possa anche graziarci. Poi dai, no, ecco guarda. Ti prego non mi paragonare a quella cretina. Io ti farei spazio. Anzi, sai mai… ci stringiamo. Se proprio dobbiamo morire potremmo morire scopando su un pezzo di legno alla deriva in mezzo al marechepoivabbèèunlago e gli Smiths muti proprio. Mutissimi”
Tommaso e Valentina si fermano. Si guardano. Sorridono. Si baciano. Con passione. Un bacio con la lingua di quelli da secondo appuntamento sotto casa. Di quelli che praticamente sono un ascensore tra il parcheggio e la camera da letto.
“Wow”
“Mi è venuta voglia”
Valentina sorride, stringe le spalle come per scolparsi di quello che ha appena detto e si allontana, felice. Verso il molo.
…
“No, no, no… niente foto! Gorillas, no paparazzi please! Smettila!”
“Ti ho fatto una foto bellissima!”
“Eh immagino con sta testa no dai. Cancella!”
“Sei tu. Sei bellissima. Poi. la bacchetta di sushi ti dona moltissimo”
“Ho dei capelli di merda. Il sole in faccia. Sono bianca da fare schifo. Sono praticamente un puntino nero davanti all’acqua. Sono un neo del lago ecco.”
“Sei bellissima. Guardati.”
“TOMMASO!!!!! Cancella questo obbrobrio subito. Ma vedi che espressione da stupida che ho? Ho anche gli occhi chiusi”
“A me piace.”
“Te lo concedo, è un bella foto. Peccato ci sia io.”
“Se vuoi provo a usare Hurricane come soggetto, magari viene meglio. Ahahahah”
“Ma sicuro. Hurricane, vieni qui!”
Hurricane la guarda stranito, abbaia e non si muove.
“Cane stupido, testa di cazzo. FAI COME VUOI”
“Ma povero. Non dire così. Hurricane, la vuoi una bella foto?”
Tommaso non fa non in tempo a finire la frase che Hurricane si fionda verso Valentina. In realtà in posa per lo scatto con il lago di sfondo”
“ECCO. VEDI?!?! Ma è stronzo”
“Mettetevi in posa…cheese”
“Dai su, smettila con ste foto ora. Mangiamo?”
“Ok, ho un po’ fame. Comunque dovete risolvere questo irrisolto tu e Hurricane. Non potete continuare così. Non c’è una terapia di coppia uomo/cane?”
“A parte che non siamo una coppia. Non è neanche il mio cane”
“Beh dai, ci sta un po’ di gelosia”
“Ma non è gelosia. Lo capirei. Non gliene frega un cazzo. Proprio mi snobba. Non mi riconosce”
“Magari lo fa per te”
“Cosa vuoi dire?”
“I cani sanno molto di più di quanto credi. Magari lo fa per il tuo bene. Sa che non sarai tu la sua padrona per sempre, ti sta solo avvisando”
“Tommaso ma che cazzo dici? Ma che cazzo stai dicendo? Ma come ti salta in testa? Ma ti sei davvero bevuto il cervello?”
“Perché?”
“Perché???!? Hai il coraggio di chiedere perché? Ma come ti permetti? Come cazzo ti permetti di giudicare la mia vita. Il mio futuro. Cosa è giusto per me o meno. In un modo così subdolo e infantile poi”
“Vale calmati. Non stavo insinuando niente”
“Ma calmati il cazzo calmati”
“Vale. Calmati per Dio! Non partire sempre per la tangente, cazzo! Non stavo insinuando nulla. Mi è uscita male forse, ok. Scusa. Mi è venuta fuori una cosa malsana. Ma volevo dire che forse ha una sensibilità che tu non hai. Che, se posso dire, a volte noto anche io. Nel distacco di come parli del tuo rapporto. In come lo racconti. Non lo so. Non so un cazzo. Ma magari se anche senza volerlo hai degli atteggiamenti, non so. Magari lo capisce. Ma chi lo sa. Non lo so. Che cazzo ne so è un cane!”
Wof wof
“Scusa Hurricane, senza offesa eh”
“Scusa. Forse hai ragione tu in realtà”
“Non chiedermi scusa”
“Mi sento sbagliata in tutto in questo periodo. Non so cosa voglio. Non so neanche cosa faccio. Mi sento tipo… non so… un attaccapanni. La gente arriva, mi lancia addosso le sue cose, se le riprende dando per scontato che io sia sempre lì. Ferma. Immobile.”
“Fose lo sei”
“Un attaccapanni?”
“No dico, ferma. Immobile”
“Non è la nostra natura?”
“Non credo… in che senso?”
“Come essere umani. Ci muoviamo ad una velocità folle ma sembriamo immobili”
“Interessante. Però questo solo perché tutto il mondo si muove nella stessa direzione, alla stessa velocità. E non basta. Per rendere evidente il movimento tocca fare qualcosa di diverso. E poi oh vaffanculo ma che discorsi metaforici, metafisici, metacazzo. Mangiamo”
“Cos’hai preparato?”
“Ho degli ottimi panini gourmet fatti dalle mie mani. Michetta, carne cruda, limone, olio, insalata, pecorino. Squisiti.”
…
“Come stai?”
“Bene, come sto? Che domanda è?”
“La domanda d’esordio del mondo diceva Brunori. No Va beh. Per dire. Piaciuta sta giornata?”
“Io faccio sempre difficoltà a dire come sto, sai? Mi mette ansia”
“E perché?”
“Perché se rispondi che stai male è una risposta che nessuno vuole sentire veramente. Poi come minimo dovresti spiegarlo.
Se rispondi che stai bene, e ci credi è un casino”
“Perché dovrebbe essere un casino?”
“Perché essere felici fa schifo Tommaso. La felicità è una merda. Questo non ce lo dicono. C’è tutta questa narrazione tossica fin da bambini della ricerca della felicità che ci uccide. Passiamo vite intere a fare le cose più abominevoli. A sacrificare il bene vero. L’utile anche. Per cercare la felicità che poi se lo chiedi a 100 persone, 80 non sanno dirti cos’è la felicità e gli altri appiccicano un post it con uno smile a qualsiasi merda gli sia capitata nella vita, solo per tenersela stretta.”
“Non pensi che sia una visione un po’ pessimistica della vita?”
“No. E ti dirò di più. Quelle volte, quelle rare volte che ho detto di essere felice pensandolo veramente, mi cagavo addosso. È come il boccino di Harry Potter ma non basta prenderlo, devi tenerlo con te. Ma lui scappa velocissimo e io se mi accorgo di essere felice ho paura del futuro. Lo so, dovrebbe essere il contrario. Gli entusiasti si tuffano nel futuro. Ma io no. Io ho paura, io sono terrorizzata. Penso: cazzo e se domani mi scappa? Io ora sto bene, ora so come si sta. Domani se lo perdo starò malissimo. E quindi sì, forse sono immobile per quello, perché non ho nulla che non va. Forse sono felice e ho una paura fottuta del futuro e con la paura del futuro non si può vivere."
“Cazzo Vale. Qui c’è un mondo. Io non lo so. Non so come si gestisca tutto questo. Se faccio di tutto per renderti felice e poi quello ottengo è immobilizzarti. Cosa dovrei fare?”
“Io oggi non ho una risposta per questo. Mi dispiace”
Vale abbassa lo sguardo. In quel momento, in quel preciso momento entrambi hanno capito una cosa. Qualcosa che forse non si sarebbero immaginati di provare pochi minuti prima.
“Però Vale così non si va da nessuna parte”
“Io non mi voglio muovere ora. Io sto bene, io sono felice. Davvero. Cazzo vedi, me l’hai fatto dire. Mi hai regalato un mese stupendo e non ho parole per dirti quanto cazzo mi sia esploso il cuore. Ma io non so andare oltre. Io non so camminare con le mie gambe perché so che ovunque io vada ora romperei un equilibrio fragilissimo. La mia vita, le nostre vite. Quelle di tutti sarebbero in mille pezzi e io ora sono felice e non posso permettermelo”
“Ma se non fai nulla comunque sia questo equilibrio scoppierà prima o poi"
“Non sarò io a farlo”
Alza la testa e guarda fisso negli occhi Tommaso
“Sarai tu? … Sarai tu”