In macchina, verso il lago...
- Quello che non riuscirò mai a spiegarti veramente è cosa provo quando so che ci vedremo. Un misto di eccitazione e ansia. Ci penso. Penso a come vestirmi. Penso alla musica che ci sarà in macchina quando salirai. Penso a calmarmi e ad essere simpatico. Spontaneo e brillante. Penso a ogni dettaglio che possa rendere il nostro incontro piacevole per te. È come se scrivessi nella mia mente la sceneggiatura del nostro film. E tutta la strada che faccio per arrivare a casa tua è l’attesa più bella del mondo. Ti immagino che ti prepari. Ti immagino anche tu un po’ tesa, con la mano che ti trema mentre ti metti la matita sugli occhi. E pensi se stai esagerando, pensi che vuoi farti spogliare dai miei occhi ma solo dai miei e quelli di nessun altro. Penso tutto questo e molto altro e non riuscirò mai a farti capire quanto sia speciale quel momento. Prima di vederti, prima che tutto accada. Ora però scendi, che sono sotto casa tua.-
“Ma ciao Hurricane! Ma vieni qui, ma fatti accarezzare”
Hurricane appena visto Tommaso gli salta addosso, come sempre. Riempiendolo di baci, scodinzolante come un pazzo.
“Mi mandi i messaggi carini e poi non mi saluti neanche?”
“Il messaggio l’ho mandato a te solo perché non ho il numero di Hurricane. Non essere gelosa”
“Se volete vi lascio soli, non so?”
Tommaso si avvicina e da un bacio sulla guancia a Valentina stringendola con un braccio.
“Ciao Vale, sei molto bella oggi”
“Ciao Tommaso. Grazie. Senti, come facciamo con Hurricane? Lo tengo io davanti?”
“No mettilo dietro, ho presto sta cosa che dovrebbe servire proprio per tenere gli animali in macchina”
“Ah ma dai? E da quando hai un cane tu?”
“Beh per Hurricane questo ed altro. No dai, l’ho trovato su Amazon, costava un cazzo magari si rompe subito ma va beh”
“Hai davvero comprato sta cosa solo per portare oggi Hurricane in giro?”
“Solo il meglio, certo”
“Ok. Quindi dove si va? Già preparata la playlist?”
“Dove si va lo scoprirai. Intanto sali. Si, ho preparato una playlist”
“Hai il profilo del serial killer tu lo sai? Un serial killer ma carino”
“No, killing me softly non l’ho messa mi dispiace. Però ci sarebbe stata bene”
“Ok, dai ci siamo. Hurricane stai bene?” Wof “Direi di sì. Tu sai bene?”
“Devo abbaiare anche io?”
“No, mi basta un bacio”
Valentina bacia Tommaso sulla guancia mentre si allaccia la cintura
“Vediamo come parte la gita, schiaccio play? Posso”
“Vai”
“Ah. Cazzo i The Veils non li ascolto da secoli. Che bomba! Li ho visti una volta al Serraglio, fighissimi”
“Ma giura?”
“Sì, sì. Boh 4 o 5 anni fa non ricordo. Non c’era un cane”
“C’ero io”
“Scherzi?”
“Ahahah no giuro ero venuto a vederli con una mia amica”
“Ma non ci credo”
“Chissà quante volte ci siamo incontrati senza saperlo. Chissà quante volte avremmo potuto incontrarci e magari ci siamo sfiorati. Questa città è davvero un buco di culo”
“E non mi hai neanche notata. Vedi, non è vero che sono così speciale per te. Hai notato solo Hurricane. Senza di lui potevi incontrarmi in duecento serate e non mi avresti cagata”
“C’è tutta una teoria che potrebbe sottostare a questo discorso eh. Anzi ce ne sono molteplici”
“Vai, sentiamo. Aspè. Quanto dura il viaggio?”
“Un’oretta. Poco di più”
“E ammazziamo sto tempo allora, vai”
“Ahahaha ma no è solo che io non credo molto alla teoria delle persone fatte per stare insieme. La donna della vita, l’uomo della vita. Ci sono i momenti. Le situazioni. La stessa persona incontrata in momenti diversi della vita potresti amarla o starti sul cazzo. Siamo diversi proprio noi. Come ci poniamo nei confronti dell’altro o degli altri. E poi è anche come approcci una persona che fa. Il modo in cui la conosci, in che ambiente. Cioè non credo molto in quelle cose del tipo potevamo incontrarci dieci anni fa e sarebbe stato uguale. Però credo che le persone abbiamo qualche legame ancestrale che le lega. Una mia amica sostiene che ha a che fare con le vite precedenti. Magari non lo sai ma la persona che hai davanti è legata a te in qualche modo. Solo che non è detto che sia così evidente. Lo scopri anche poco per volta ma quando lo scopri è così evidente”
“E tu ci credi?”
“A quello che sto dicendo?”
“No alla cosa delle vite passate”
“Non lo so sai. Credo alla complessità delle vite. Credo a una definizione del tempo che non sia quella che conosciamo. Mi piace immaginare che passando lasciamo una scia. Che ci ripetiamo. In qualche modo. Non so se abbia a che fare con le vite passate però sono certo che certe persone abbiamo un legame speciale. Puoi non notarlo subito ma è evidente. Come puoi spiegare altrimenti quando sai come sta una persona che non senti magari da giorni? Lo sai e basta. O lo deduci da uno sguardo, da una parola. Ci sono persone che sono capaci di fare dei dialoghi infiniti e complessissimi senza aprire bocca. Solo guardandosi. Guardandosi in mezzo alla gente. Mentre fanno altro. Comunicando solo con gli occhi, con la prossemica. È così. Esiste”
“ODDIO. No scusa. Non volevo interrompere il tuo momento filosofico. Ma sto pezzo. Cazzo!”
“Ma te lo ricordi il video?”
“Eh certo che me lo ricordo. Janet da pre adolescente non passa inosservata”
“Madonna ma veramente non lo ascoltavo da 15 anni penso. Come cazzo ti è venuta?”
“Eh non so, io faccio zapping su Spotify. Sono un po’ compulsivo in questo”
“In questo…”
“Cosa vorresti dire?”
“No niente…”
Valentina e Tommaso sorridono. Sono sciolti. La verità è che Valentina starebbe ore a sentire parlare Tommaso. Di qualsiasi cosa. Ama come si perde nei sui pensieri arrovellati. E anche se a volte non portano a nulla o peggio portano a pensare “questo è davvero strano”, non importa. Tommaso sa parlare e sa ascoltare. Ed è una cosa così rara trovare persone con le quali puoi parlare ore senza accorgersene. Nella sua mente pensa all’ultimo viaggio in machina con il suo fidanzato. Pensa a quel silenzio imbarazzato di due persone abituate l’una all’altra che non hanno più la forza e la volontà di scoprirsi. Di aprire cassetti. E il silenzio non è per forza un male. A volte il silenzio è un gesto di intimità.
Però se lo è, il dialogo con Tommaso è sicuramente un gesto di erotismo estremo.
E Valentina sta pensando a questo. Sta bilanciando il desiderio con la rassicurante intimità.
Due concetti ugualmente forti anche se stranamente discordanti.
“Hai capito dove stiamo andando?”
“Allora ho delle idee… nell’audio che mi hai mandato l’unica cosa davvero chiara era il rumore dell’acqua. Io pensavo al mare. Però mi sa che non stiamo andando al mare.”
“Non stiamo andando al mare”
“Stiamo andando al lago?”
“Stiamo andando al lago, sì”
“Ok. Devo indovinare anche quale?”
“Ne hai uno preferito?”
“Credo di non essere mai stata al lago da ste parti, sai?”
“Ma giura?”
“Giuro. Io sono donna di mare, lo sai”
“Eh infatti. Ci avevo pensato di andare al mare ma poi non volevo azzardare troppo. Il lago è più nelle mie corde. Meglio giocare in casa”
“CAFOOOOONEEEEE”
“Eh eh eh eh”
“Mi fai tutto l’intellettuale, il ricercato e poi? Mr. Brightside. Così?”
“È la quota trash che serve in ogni playlist. Fare playlist ha delle regole precise. Dovresti conoscerle, mi auguro. Una è che serve sempre la quota trash che inserita così a tradimento ti regala quel tocco di magia. Perché cioè magari stai li ad ascoltarti Nick Cave che ok bellissimo. Lo gusti, lo assapori. Poi boom… i Killers e allora mandi tutto a fanculo e inizi a cantare. Piccole dosi di serotonina qua e la. È proprio una cosa omeopatica”
“Jealousy, turning saints into the sea.”
Valentina inizia a cantare, abbassa il finestrino si sporge con la testa. Un’aria non così fresca le scompiglia i capelli.
“Cristo quanto siamo vecchi. Quante volte l’abbiamo ballata!”
“Eh questo è l’asso della manica di ogni Dj. Serata moscia, metti questa e spacchi la pista. C’è tipo un meme che ho visto qualche tempo fa. Su sto pezzo. Fa ridere ma anche riflettere”
“'Cause I'm Mr Brightside” - “Aspetta, aspetta… ma poi tra l’altro se non sbaglio questa è anche colonna sonora di un film del cazzo… aspetta”
“Minchia sì aspetta… ce l’ho… Oddio… si ce l’ho… La canta tipo Cameron Diaz può essere?”
“Sìììììì cazzo. Come si chiama? Quello dove si scambiano le case”
“L’amore non va in vacanza, cazzo”
“Lui. Ahahahahahahah madonna che vagonata di cultura pop da boomer oggi. Era proprio necessario per sentirmi davvero vecchia. Grazie. Dopo giochiamo col Crystal Ball anche?”
“Ma quanto è bono Jude Law in quel film tra l’altro. Forse è ai suoi massimi livelli di sempre”
“Jude Law è l’uomo più bello del pianeta. Stop. Punto.”
“Addirittura?”
“Sì. Me lo farei anche da Papa. Anzi, soprattutto da Papa.”
“Ok.”
“Dai comunque ti vedo che scalpiti. Raccontami le regole d’oro per una playlist perfetta. Insegnami a vivere, su”
“Ti ringrazio per la domanda. Ho una cattedra all’università su questo, sai?”
“Ecco magari facciamo un bignamino oggi. Cioè non proprio una roba da 10 CFU”
“Tranquilla. Non saresti pronta. Diamo solo una sgrossata alla tua ignoranza”
“È sempre un piacere. Figurati. Vai avanti, continua. Sono tutta orecchie”
“Allora per prima cosa dipende ovviamente dal tema. Cioè la cosa più importate è identificare subito l’argomento, il mood o il titolo della playlist. E già qui si apre un mondo perché ci sono le playlist specifiche. Non so estate, autunno, primavera. Insomma quelle stagionali. Diciamo che la più famosa è la playlist dell’estate ecco. Poi ci sono le playlist di mood. Non so: pulizie in casa, il risveglio, viaggio in autostrada, in gita tra le colline, etc.”
“Sei sicuro di non lavorare per Spotify tu?”
“Eh sarebbe un sogno ma no. Posso continuare? Se non ti dispiace”
“Vai, vai… certo”
“Ecco. La playlist più famosa. Tipo quella dell’estate ha regole ferree. Metti i pezzi usciti negli ultimi mesi, da Sanremo in avanti diciamo dai, che vuoi che accompagnino la tua estate. Semplice. No cose del passato. No stramberie. No due pezzi dello stesso artista, insomma. Quello. Estate 2000salcazzo ost. Semplice. Facile. Il mood ovviamente deve essere vacanziero. Ora… se mi esce Sufjan Stevens col disco nuovo, lo metto? Non lo so. Magari sì però ecco attenzione. Differente invece la playlist del ritorno dalle vacanze perché lì si aggiunge anche la variabile pezzi vecchi. Non so, concerti che hai visto o canzoni che hai ballato si possono tranquillamente aggiungere alle classiche uscite di settembre.
Tu mi insegni che nella carriera di un artista è importante scrivere canzoni estive e canzoni settembrine diciamo. Malinconiche dell’estate. Ci sarebbero anche quelle del natale ma mi fanno cagare. Ci sei fin qui?”
“Sì, ci sono. Terrorizzata, ma ci sono”
“Ok. Entriamo ora nel mondo delle playlist di mood, ambiente, momento, viaggio etc. E qui le regole sono più lasche se vuoi.”
“Hai detto lasche veramente?”
“Sì. Non è giusto?”
“No, no per carità”
“Ok. Insomma. Non è che vale tutto però bisogna stare belli stretti sul mood che vuoi ricreare non è che puoi fare a cazzo di cane. Come detto prima, poi ci sono i jolly. Cioè le trovate estemporanee che magari non sono proprio in mood ma aiutano l’ascolto ecco. E poi, molto importante, mai ripetere più di una canzone per artista”
“No, dai, questa però è una cazzata. Che regola è?”
“È una regola”
“Sì ma ste regole te le fai tutte te che sei un malato di mente. Non stanno da nessuna parte”
“Allora, come ogni regola ha la sua eccezione e il suo postulato. Se la playlist è diciamo breve. Sotto le due ore. Non si ripete l’artista. Se la playlist è più corposa è ammesso aggiungere più brani ma sempre senza esagerare.
Postulato due: i featuring non vengono contati come brani dell’artista.”
“Non mi hai convinta”
“Ma non volevo convincerti”
“Troppe menate ti fai. Non vivi bene”
“Comunque parlo sempre io. Te ne rendi conto? Mi sento un po’ troppo al centro dell’attenzione”
“E non ti piace?”
“Vorrei il parere di Hurricane anche”
Wof wow
“Cazzo però come lo nomini risponde, pazzesco.”
“È un cane intelligente”
“Tu non mi racconti mai nulla di te, apriti. Dimmi. Esprimiti.”
“Quanto manca?”
“In realtà siamo quasi arrivati”
“Ma è il lago Maggiore quello?”
“Sì esatto”
“Sono contenta”
“Davvero?”
“Sì, mi sento bene. Grazie”
“Hai fame?”
“Beh oddio no, non ancora almeno. È presto”
“Ma Hurricane cosa mangia?”
“Non ci credo, non ci hai pensato? Ti è sfuggito questo dettaglio??Non è da te”
“Eh hai ragione, non ci ho pensato cazzo.”
“Ho io dietro per lui”
“Meno male. Ci siamo.”